Le sue opere ci danno non solo la misura di una consumata abilità tecnica, ma ci scoprono il mondo poetico di questo artista sensibile e raffinato.
T. Bonavita
Caratteristica di Romano è la capacità di cogliere, rappresentando, il momento vivo di ogni soggetto, ond’esso rimane attuale oltre la fugace contingenza dell’istantanea ed è il frutto di un temperamento generosamente aperto verso l’umanità.
G. Da Vià
Patetico ed emotivo nelle maternità, movimentato nei cavalli, mistico e profondamente religioso nelle rappresentazioni a tema liturgico, sottilmente brioso con humor tenue ed efficace in certe figure, introspettivo nei ritratti. Soprattutto Romano è fresco, espressivo e vivo nella modellazione, che risulta schietta, priva di inutili dettagli. Inventiva e realtà si innestano nelle sue sculture, o meglio, nel gradevole mondo da lui raffigurate in forme che sono di oggi, che riflettono pure il passato, ma che, ricche di lirico afflato e limpida spiritualità, sembrano protese nel futuro.
F.P. Catalano
Peppe Romano ha pensato a un cavallo-cavallo con una sua autonomia ed individualità, senza un san Martino o un san Giorgio o un Gattamelata o un Colleoni in groppa, lo ha cavato fuori dalle solite scene di battaglie o crocefissioni o traversate di fiumi, liberandolo dal ruolo di comparsa e dndogli una sua identità equina dicendogli: ecco adesso ti ho fatto, caracolla, trotta, galoppa, zoppica, se vuoi, ma va per conto tuo.
E. Francia
Romano sente anzitutto l’opera di scultura come un blocco sonoro chiuso entro una economia architettonica di ben bloccata portata. Entro la massa circonclusa da una perimetricità grafica di elegante fattura, egli iscrive le visioni di un animo raffinato ed ingenuo, poetico e violento ad un tempo.
M. Gabrielli
Puro enunciatore di forme e cadenze plastiche, sensibile trascrittore di una poetica realtà umana.
C. Giacomozzi
Questo orafo artista che alla grande scultura accoppia l’amore per la bella e preziosa materia, come gli antichi maestri è un sereno apportatore di gioie e di equilibrio, in cstità di forme e in essenzialità di materia.
E. Maccone
Quello di Peppe Romano è un nome carissimo a quanti considerano l’Arte come pura espressione poetica, al di sopra di ogni altra circostanza, pratica o culturale, suprema consolatrice degli affanni, eterna testimonianza della spiritualità del mondo.
L. Mattei
Scattano i cavallini capricciosi, si contraggono nel senso di una potenzialità dinamica i gesti e gli atteggiamenti delle figure, fino a quando una sottile ironia scalfisce umorosamente il gusto narrativo delle immagini in una esemplare “tranche de vie”.
S. Orienti
La fede tramanda che all’arrivo di nuovo santo in Paradiso gli angeli intonano un inno di gloria. “Si parva licet componere magnis”, come dicevano i Romani per accostare le piccole cose belle alle belle cose grandi, mi pare che la Medaglistica possa - se non il non raggiunto inno di Pisanello - intonare una lieta marcia per l’approdo di Peppe Romano sulle sue spiaggie. Uno scultore che crea con lieve mano e solare fantasia un mondo d’amore nel metallo nobile, per delizia d’arte d’oggi e di domani.
O. Orsini
Piccole sculture che rivelano con questo artista lavora ad una produzione che vuole essere decisamnete su un piano di schietta poesia.
G. Sciortino
Artista dedito alla realizzazione di opere rigorosamente monumentali, [...] è soprattutto noto al più raffinato collezionismo per le sue opere in argento, i gioielli e le preziose medaglie dette “romane” e “romanine”. Peppe Romano crea nel silenzio e nella solitudine quasi modellando con l’anima più che con le mani sculture che hanno un’anima, ispirate alla vita, serene e magicamente rasserenanti, perchè egli “antepone sempre l’empito del sentimento al calcolo dell’intelletto con una coerenza stilistica pienamente spontanea, esclusivamente affidata alla sua personalità di uomo e di poeta” (Luciano Budigna). E’ qui possibile, facile ed entusiasmante dire di Peppe Romano e della sua argentea poesia ancora molte parole, mai però come questo Artista è bello e doveroso per il presentatore tacere e lasciare che sia l’Artista a parlare con le sue opere perchè il Pubblico da se stesso liberamente giudichi e, dopo di Lui, il Critico commenti.